Secondo la Local Search Association ancora il 90% del fatturato USA  si fa nel negozio fisico, percentuale che tende ad aumentare in Europa.

I dati del Politecnico ci dicono che nel nostro paese l’impatto del transato online sul totale sell-out (cioè quanto si compra negli e-shop rispetto al totale del venduto) vale poco più del 6% , questo significa che oltre 9 euro su 10 vengono scambiati alla cassa di un negozio fisico.

E allora che ne resta dell’E-commerce?

Certo negli ultimi anni ha avuto un decollo, ma siamo ancora lontani dalla sua supremazia, almeno per quanto riguarda l’incassato. Per i fashion retailer il fatturato e-commerce rappresenta dall’1% al 7-8% del turnover totale, al pari di un negozio fisico. 

Il valore distintivo dell’E-commerce è da cercarsi altrove, nella comunicazione del brand: lo store on line è una vetrina sul mondo e una cartina tornasole dello stato di salute del brand stesso, soprattutto se consideriamo che gli acquisti del mondo fisico sono influenzati dall’online.

Secondo Google Think oltre il 40% di coloro che guardano un prodotto sul sito web, effettueranno l’acquisto off line. 

Questa percentuale si alza se consideriamo che il sito web non è l’unico touchpoint on line consultato prima dell’acquisto (1,6 la media dei touchpoint on line consultati dal consumatore prima di recarsi in uno store fisico).

Si comprende bene quanto i due mondi siano fluidi, dove uno è il normale proseguimento dell’altro all’interno di una Customer Journey che vede due diversi tipi di comportamenti: ROPO  (research on line – purchase off line) e TOPO (try off line- purchase on line).

Ecco quindi che fisico e digitale si alimentano e si rafforzano l’un l’altro dando vita al quello che è ormai diventato un tormentone: l’omnicanalità.

La sfida dell’E-commerce moderno diventa quella di trovare maggiori punti di contatto con il negozio fisico (reserve in store, click&collect, programmi fidelity, Crm…). Mentre la sfida del retailer tradizionale è quella di farsi trovare online, di presidiare tutti i touchpoint per portare il consumatore in negozio con una strategia mirata e precisa di Local Digital Marketing.

Applicando quindi quel mix di tecnologia, strategia e visione che porta il brand a vincere. Anche i big digitali si sono accorti del cambiamento.

Lo stesso Google sta mettendo a punto una serie di soluzioni dedicate al drive to store, con l’introduzione di formati ADV come lo Showcase Shopping, le gallery Ads e le Local Campaign.

Descriviamo brevemente le novità della piattaforma Google Ads:

Gallery Ads

Gli utenti, specialmente quelli mobile, si aspettano di trovare informazioni immediate quando effettuano una ricerca.

Gallery Ads Google esempio

Questi annunci mobile combinano l’intento di ricerca con annunci di grande impatto visivo.

L’annuncio viene posto nella parte alta della pagina e crea uno slider di immagini con link al sito in alto. Cliccando si apre verticalmente lo slider con una frase per ogni immagine, i successivi clic rimandano al sito (stile showcase).

Il formato, ora in versione beta, sarà disponibile in tutto il mondo nel giro di qualche mese.

Showcase Shopping Ads (annunci shopping vetrina)

Google annuncio Shopping Vetrina orologi

Questi annunci consentono di raggruppare una selezione di prodotti correlati e visualizzarli insieme per far conoscere il tuo brand o la tua attività. Inoltre, aiutano gli utenti a decidere dove acquistare quando utilizzano termini più generici per le ricerche, ad esempio orologi.

Local campaigns (Campagne Locali)

Campagne Locali Google Ads esempio

Lo scopo principale delle local campaign è il raggiungimento di obiettivi off-line. Occorre inserire qualche input relativo al budget e al listing dei negozi, attraverso la tecnologia di machine learning Google ottimizza automaticamente le offerte, i posizionamenti degli annunci e le combinazioni di asset. L’obiettivo è massimizzare le visite in negozio e promuovere le tue sedi su proprietà e reti di Google.

Infine Google ha finalmente introdotto lo strumento che permette di misurare il ritorno in punto vendita di coloro che hanno visto una comunicazione su Google.

Store Visit Insight (Visite in negozio)

Già attivo anche in Italia, per averlo occorrono alcuni requisiti:

  • predisposizione di un account Google My Business connesso ad Adwords
  • attivazione dell’estensione di località nelle campagne PPC e/o local campaign
  • Presenza di più sedi fisiche nel territorio
  • Presenza di un elevato numero di click sugli annunci on line e di visite negli store fisici

Noi di RetailTune abbiamo la tecnologia, la strategia e la visione per aiutare i retailer ad affrontare la nuova sfida. 


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